cassazione sez. lavoro

CORTE di CASSAZIONE – Ordinanza n. 33850 depositata il 4 dicembre 2023 – E’ da escludere che il comma 25 dell’art.2 l. n.335/95 delinei, rispetto al comma 26, un riparto di competenze tale per cui laddove una cassa abbia escluso l’obbligo di iscrizione in ragione della contemporanea iscrizione ad altra gestione previdenziale obbligatoria, non possa espandersi l’obbligo di iscrizione alla Gestione separata, dovendo invece parlarsi di un rapporto di complementarietà tra gestione previdenziale di categoria e Gestione separata; quando non è dovuto il versamento contributivo alla cassa di categoria, la questione è solo quella di stabilire la tipologia di versamento contributivo che può esonerare dall’iscrizione alla Gestione separata, e questa questione è risolvibile alla luce del solo comma 26 dell’art.2 l. n.335/95

E' da escludere che il comma 25 dell’art.2 l. n.335/95 delinei, rispetto al comma 26, un riparto di competenze tale per cui laddove una cassa abbia escluso l’obbligo di iscrizione in ragione della contemporanea iscrizione ad altra gestione previdenziale obbligatoria, non possa espandersi l’obbligo di iscrizione alla Gestione separata, dovendo invece parlarsi di un rapporto di complementarietà tra gestione previdenziale di categoria e Gestione separata; quando non è dovuto il versamento contributivo alla cassa di categoria, la questione è solo quella di stabilire la tipologia di versamento contributivo che può esonerare dall’iscrizione alla Gestione separata, e questa questione è risolvibile alla luce del solo comma 26 dell’art.2 l. n.335/95

CORTE di CASSAZIONE – Ordinanza n. 33581 depositata il 1° dicembre 2023 – Può parlarsi di «motivazione apparente» o di «motivazione perplessa e incomprensibile» quando essa non renda percepibili le ragioni della decisione, perché consiste di argomentazioni obiettivamente inidonee a far conoscere l’iter logico seguito per la formazione del convincimento, di talché essa non consenta alcun effettivo controllo sull’esattezza e sulla logicità del ragionamento del giudice

Può parlarsi di «motivazione apparente» o di «motivazione perplessa e incomprensibile» quando essa non renda percepibili le ragioni della decisione, perché consiste di argomentazioni obiettivamente inidonee a far conoscere l'iter logico seguito per la formazione del convincimento, di talché essa non consenta alcun effettivo controllo sull'esattezza e sulla logicità del ragionamento del giudice

CORTE di CASSAZIONE – Sentenza n. 34090 depositata il 6 dicembre 2023 – L’esistenza del diritto oggetto di lite va sempre verificata al momento della decisione, ma tale regola generale incontra un limite quando si tratti d’un trasferimento che, una volta disposto, non può essere revocato ex abrupto per il solo venir meno delle condizioni fattuali che in origine lo giustificavano, dovendosi invece seguire le regole proprie della mobilità dei pubblici dipendenti ispirate dalla necessità di rispettare le priorità fra più aspiranti e di verifiche sulla disponibilità dei posti

L’esistenza del diritto oggetto di lite va sempre verificata al momento della decisione, ma tale regola generale incontra un limite quando si tratti d’un trasferimento che, una volta disposto, non può essere revocato ex abrupto per il solo venir meno delle condizioni fattuali che in origine lo giustificavano, dovendosi invece seguire le regole proprie della mobilità dei pubblici dipendenti ispirate dalla necessità di rispettare le priorità fra più aspiranti e di verifiche sulla disponibilità dei posti

Prestazioni di lavoro occasionale a tempo determinato in agricoltura – Articolo 1, commi da 343 a 354, della legge 29 dicembre 2022, n. 197 (legge di Bilancio 2023) – INPS – Circolare n. 102 del 12 dicembre 2023

INPS - Circolare n. 102 del 12 dicembre 2023 Articolo 1, commi da 343 a 354, della legge 29 dicembre 2022, n. 197 (legge di Bilancio 2023) - Prestazioni di lavoro occasionale a tempo determinato in agricoltura - Prime indicazioni SOMMARIO: La legge di Bilancio 2023 ha apportato modifiche alla disciplina del lavoro occasionale di [...]

CORTE di CASSAZIONE – Sentenza n. 34107 depositata il 6 dicembre 2023 – La sottoposizione di un rapporto di lavoro con un ente pubblico non economico alla disciplina di un contratto collettivo di lavoro di diritto privato, con riferimento ad attività istituzionali del medesimo ente e come accade per Arif, non comporta il fuoriuscire di tale rapporto dall’ambito del lavoro pubblico privatizzato, pertanto, salva espressa e specifica previsione contraria da parte della norma di legge, trovano comunque applicazione le regole generali di cui al d.lgs. n. 165 del 2001

La sottoposizione di un rapporto di lavoro con un ente pubblico non economico alla disciplina di un contratto collettivo di lavoro di diritto privato, con riferimento ad attività istituzionali del medesimo ente e come accade per Arif, non comporta il fuoriuscire di tale rapporto dall'ambito del lavoro pubblico privatizzato, pertanto, salva espressa e specifica previsione contraria da parte della norma di legge, trovano comunque applicazione le regole generali di cui al d.lgs. n. 165 del 2001

CORTE di CASSAZIONE – Ordinanza n. 33874 depositata il 4 dicembre 2023 – L’assegno sociale non ha carattere sussidiario; esso cioè non è subordinato al fatto che manchino soggetti obbligati al mantenimento e in grado di provvedervi ed ai fini dell’assegno sociale rileva lo stato di bisogno oggettivamente considerato, mentre nessuna norma richiede che esso debba altresì essere incolpevole

L'assegno sociale non ha carattere sussidiario; esso cioè non è subordinato al fatto che manchino soggetti obbligati al mantenimento e in grado di provvedervi ed ai fini dell'assegno sociale rileva lo stato di bisogno oggettivamente considerato, mentre nessuna norma richiede che esso debba altresì essere incolpevole

CORTE di CASSAZIONE – Sentenza n. 33964 depositata il 5 dicembre 2023 – La disciplina della c.d. doppia conforme riguarda, come espressamente afferma l’art. 348-ter, co. 4, c.p.c., il caso in cui vi sia decisione sulla base di questioni di fatto identicamente risolte dalle sentenze di merito sui due gradi di giudizio. Fatto da intendersi come riguardante le vicende storiche delle situazioni sostanziali dedotte e non come riguardante profili tali da sollecitare la disamina di circostanze meramente processuali, ad es. sull’allegazione o la prova

La disciplina della c.d. doppia conforme riguarda, come espressamente afferma l’art. 348-ter, co. 4, c.p.c., il caso in cui vi sia decisione sulla base di questioni di fatto identicamente risolte dalle sentenze di merito sui due gradi di giudizio. Fatto da intendersi come riguardante le vicende storiche delle situazioni sostanziali dedotte e non come riguardante profili tali da sollecitare la disamina di circostanze meramente processuali, ad es. sull’allegazione o la prova

CORTE di CASSAZIONE – Ordinanza n. 33949 depositata il 5 dicembre 2023 – In tema di Trattamento di Fine Rapporto l’art. 2120 c.c., comma 2, stabilisce che, salvo diversa previsione dei contratti collettivi, la retribuzione ai fini del calcolo del trattamento di fine rapporto comprende tutte le somme, incluso l’equivalente delle prestazioni in natura, corrisposte in dipendenza del rapporto di lavoro a titolo non occasionale e con esclusione di quanto è corrisposto a titolo di rimborso spese

In tema di Trattamento di Fine Rapporto l’art. 2120 c.c., comma 2, stabilisce che, salvo diversa previsione dei contratti collettivi, la retribuzione ai fini del calcolo del trattamento di fine rapporto comprende tutte le somme, incluso l'equivalente delle prestazioni in natura, corrisposte in dipendenza del rapporto di lavoro a titolo non occasionale e con esclusione di quanto è corrisposto a titolo di rimborso spese

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