AGENZIA DELLE ENTRATE – Risposta 20 febbraio 2019, n. 65 Interpello articolo 11, comma 1, lett. a), legge 27 luglio 2000, n. 212 – Rilevanza territoriale, ai fini IVA, dei servizi resi ad un fondo di investimento alternativo immobiliare estero con immobili situati in Italia – articolo 7-ter del decreto del Presidente della Repubblica 26 […]
Leggi tuttoRilevanza territoriale, ai fini IVA, dei servizi resi ad un fondo di investimento alternativo immobiliare estero con immobili situati in Italia – articolo 7-ter del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633 – Risposta 20 febbraio 2019, n. 65 dell’Agenzia delle Entrate
il 19 Febbraio, 2019in TRIBUTItags: IVA, RISOLUZIONI TRIBUTARIE
CORTE DI GIUSTIZIA CE-UE – Sentenza 14 febbraio 2019, n. C-562/17 – La Tredicesima direttiva 86/560/CEE non ostano a che uno Stato membro limiti nel tempo la possibilità di rettificare fatture erronee
il 19 Febbraio, 2019in Corte CE-UE, TRIBUTItags: CORTE DI GIUSTIZIA CE-UE, IVA
CORTE DI GIUSTIZIA CE-UE – Sentenza 14 febbraio 2019, n. C-562/17 “Rinvio pregiudiziale – Tredicesima direttiva 86/560/CEE – Modalità di rimborso dell’imposta sul valore aggiunto (IVA) – Principi di equivalenza e di effettività – Impresa non stabilita nell’Unione europea – Decisione anteriore e definitiva di diniego del rimborso dell’IVA – Numero di identificazione IVA errato” […]
Leggi tuttoCORTE DI CASSAZIONE – Ordinanza 14 febbraio 2019, n. 4414 – IVA – Immissione in libera pratica senza immediata applicazione dell’imposta – Transito della merce dal deposito IVA
il 16 Febbraio, 2019in TRIBUTI, TRIBUTI - GIURISPRUDENZAtags: cassazione tributi, DIRITTI DOGANALI, IVA
“al fine di evitare l’immediato assolvimento dell’imposta per l’immissione in libera pratica di beni non comunitari occorre la loro introduzione fisica e non solo virtuale in depositi fiscali”, deponendo in tal senso non solo la lettera del 4° co. lett.b) dell’art.50bis nella parte in cui si riferisce alla necessità dell’introduzione dei beni importati in un deposito IVA ed il co.6° laddove si riferisce alla successiva estrazione degli stessi dal deposito, ma altresì l’implicito ma essenziale collegamento del beneficio alla realizzazione di un contratto di deposito che, secondo la normativa civilistica, contempla la realità del rapporto e, quindi, la materiale presa in carico dei beni, restando perciò insufficiente il loro sommario esame e verifica senza una pur breve introduzione nei locali all’uopo destinati ed autorizzati; ed ancora il riferimento alla custodia dei beni medesimi contenuta sia nel Io co. Dell’articolo, sia sub e) ed h) del medesimo co.4°. Ciò che tuttavia maggiormente rileva è che questa Corte, nei menzionati precedenti, ha evidenziato come il riferimento alla realità del deposito si evinca in modo inequivoco dalla disciplina comunitaria, e precisamente dagli artt.98-101 Reg. CEE 2913/1992, che definiscono come deposito doganale, sia pubblico che privato, il luogo ove le merci possono essere immagazzinate, e disciplinano (art.101) gli obblighi del depositario (vigilanza delle merci e rispetto delle norme relative alla loro conservazione); addirittura l’art.107 prevede che la registrazione e l’iscrizione in contabilità delle merci depositate siano operazioni successive all’introduzione delle stesse nei deposito, così implicitamente postulando che le operazioni di registrazione abbiano per presupposto l’ingresso delle merci in magazzino
Leggi tuttoNote di variazione – Articolo 26 del Dpr 26 ottobre 1972, n. 633 – Risposta 14 febbraio 2019, n. 55 dell’Agenzia delle Entrate
il 16 Febbraio, 2019in TRIBUTItags: IVA, RISOLUZIONI TRIBUTARIE
AGENZIA DELLE ENTRATE – Risposta 14 febbraio 2019, n. 55 Interpello articolo 11, comma 1, lett. a), legge 27 luglio 2000, n. 212 – Note di variazione – Articolo 26 del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633 Con l’interpello specificato in oggetto è stato esposto il seguente Quesito La società ALFA […]
Leggi tuttoCORTE DI CASSAZIONE – Ordinanza 14 febbraio 2019, n. 4344 – Il principio di neutralità dell’IVA, che informa la disciplina comunitaria, non viene ad essere peraltro contraddetto dalla norma tributaria in questione (D.P.R. n. 633 del 1972, art. 21, comma 7), avuto riguardo al chiaro disposto normativo dell’art. 21, paragr. 1, lett. c), della Sesta direttiva 77/388/CEE del Consiglio in data 17.5.1977, applicabile “ratione temporis”, secondo cui deve ritenersi “soggetto passivo” d’imposta colui che “indichi l’imposta sul valore aggiunto) in una fattura o in altro documento che ne fa le veci
il 16 Febbraio, 2019in TRIBUTI, TRIBUTI - GIURISPRUDENZAtags: cassazione tributi, IVA
Il principio di neutralità dell’IVA, che informa la disciplina comunitaria, non viene ad essere peraltro contraddetto dalla norma tributaria in questione (D.P.R. n. 633 del 1972, art. 21, comma 7), avuto riguardo al chiaro disposto normativo dell’art. 21, paragr. 1, lett. c), della Sesta direttiva 77/388/CEE del Consiglio in data 17.5.1977, applicabile “ratione temporis”, secondo cui deve ritenersi “soggetto passivo” d’imposta colui che “indichi l’imposta sul valore aggiunto) in una fattura o in altro documento che ne fa le veci
Leggi tuttoCORTE DI CASSAZIONE – Ordinanza 08 febbraio 2019, n. 3736 – In tema d’IVA, il versamento di una caparra confirmatoria a corredo di un preliminare di vendita, rimasto inadempiuto, non determina l’insorgenza del presupposto impositivo, in quanto assolve una funzione di risarcimento forfettario del danno e non di anticipazione del corrispettivo
il 13 Febbraio, 2019in TRIBUTI, TRIBUTI - GIURISPRUDENZAtags: cassazione tributi, IVA
la caparra confirmatoria «risponde ad autonome funzioni: oltre a costituire, in generale, indizio della conclusione del contratto cui accede, incita le parti a darvi esecuzione, considerato che colui che l’ha versata potrà perdere la relativa somma e la controparte potrà essere, eventualmente, tenuta a restituire il doppio di quanto ricevuto in caso di inadempimento ad essa imputabile; può svolgere, inoltre, funzione di anticipazione del prezzo, nel caso di regolare esecuzione del contratto preliminare, costituendo, invece, un risarcimento forfetario in caso d’inadempimento di questo, poiché il suo versamento dispensa dalla prova del quantum del danno subito in caso di inadempimento della controparte, salva la facoltà di richiedere il risarcimento del maggior danno
Leggi tuttoCORTE DI CASSAZIONE – Ordinanza 08 febbraio 2019, n. 3745 – In tema d’IVA, l’errata utilizzazione della compensazione in sede di liquidazione periodica, in assenza dei relativi presupposti, non integra una violazione meramente formale, neppure ove il credito d’imposta risulti dovuto in sede di dichiarazione annuale
il 12 Febbraio, 2019in TRIBUTI, TRIBUTI - GIURISPRUDENZAtags: cassazione tributi, IVA, SANZIONI
in tema di legittimo affidamento del contribuente di fronte all’azione dell’Amministrazione finanziaria, ai sensi dell’art. 10, commi 1 e 2, dello Statuto del contribuente, costituisce situazione tutelabile quella caratterizzata: a) da un’apparente legittimità e coerenza dell’attività dell’Amministrazione finanziaria, in senso favorevole al contribuente; b) dalla buona fede del contribuente, rilevabile dalla sua condotta, in quanto connotata dall’assenza di qualsiasi violazione del dovere di correttezza gravante sul medesimo; c) dall’eventuale esistenza di circostanze specifiche e rilevanti, idonee a indicare la sussistenza dei due presupposti che precedono
Leggi tuttoCORTE DI CASSAZIONE – Ordinanza 08 febbraio 2019, n. 3765 – IVA la violazione dell’obbligo formale d’introduzione fisica delle merci nel deposito «non ha comportato, perlomeno nel procedimento principale, il mancato pagamento dell’Iva all’importazione poiché questa è stata regolarizzata nell’ambito del meccanismo dell’inversione contabile applicato dal soggetto passivo
il 12 Febbraio, 2019in TRIBUTI, TRIBUTI - GIURISPRUDENZAtags: cassazione tributi, IVA
la violazione dell’obbligo formale d’introduzione fisica delle merci nel deposito «non ha comportato, perlomeno nel procedimento principale, il mancato pagamento dell’Iva all’importazione poiché questa è stata regolarizzata nell’ambito del meccanismo dell’inversione contabile applicato dal soggetto passivo» (punto 37), stabilendo che «la sesta direttiva dev’essere interpretata nel senso che, conformemente al principio di neutralità dell’imposta sul valore aggiunto, essa osta ad una normativa nazionale in forza della quale uno Stato membro richiede il pagamento dell’imposta sul valore aggiunto all’importazione sebbene la medesima sia già stata regolarizzata nell’ambito del meccanismo dell’inversione contabile, mediante un’autofatturazione e una registrazione nel registro degli acquisti e delle vendite del soggetto passivo»
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