Il mancato deposito del ricorso introduttivo del giudizio entro il termine di 30 giorni dalla dichiarazione di dissenso avverso le conclusioni del consulente tecnico, nonché la definizione del giudizio con sentenza di inammissibilità del ricorso, privano infatti di conseguenze le contestazioni mosse alle conclusioni del c.t.u. ai sensi del comma 4 e consentono alla controparte di ottenere dal giudice dell’a.t.p.o. il decreto di omologazione delle stesse
Leggi tuttoCORTE DI CASSAZIONE – Ordinanza 17 luglio 2020, n. 15290 – Il mancato deposito del ricorso introduttivo del giudizio entro il termine di 30 giorni dalla dichiarazione di dissenso avverso le conclusioni del consulente tecnico, nonché la definizione del giudizio con sentenza di inammissibilità del ricorso, privano infatti di conseguenze le contestazioni mosse alle conclusioni del c.t.u. ai sensi del comma 4 e consentono alla controparte di ottenere dal giudice dell’a.t.p.o. il decreto di omologazione delle stesse
il 22 Luglio, 2020in LAVORO - GIURISPRUDENZAtags: cassazione sez. lavoro
CORTE DI CASSAZIONE – Ordinanza 13 luglio 2020, n. 14896 – Il ricorso per cassazione deve contenere, a pena di inammissibilità, l’esposizione sommaria dei fatti di causa riferito solo a quei fatti indispensabili per comprendere chiaramente l’oggetto della impugnazione ed i motivi del ricorso e, non richiedendo che alla predetta esposizione sia dedicata una distinta parte del ricorso, deve ritenersi soddisfatto anche quando i fatti possano desumersi dallo svolgimento dei motivi del ricorso
il 22 Luglio, 2020in LAVORO - GIURISPRUDENZAtags: cassazione sez. lavoro
Il ricorso per cassazione deve contenere, a pena di inammissibilità, l’esposizione sommaria dei fatti di causa riferito solo a quei fatti indispensabili per comprendere chiaramente l’oggetto della impugnazione ed i motivi del ricorso e, non richiedendo che alla predetta esposizione sia dedicata una distinta parte del ricorso, deve ritenersi soddisfatto anche quando i fatti possano desumersi dallo svolgimento dei motivi del ricorso
Leggi tuttoCORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 16 luglio 2020, n. 15227 – Le previsioni della contrattazione collettiva che individuano le fattispecie di licenziamento disciplinare non vincolano il giudice di merito, essendo quella della giusta causa e del giustificato motivo una nozione legale
il 21 Luglio, 2020in LAVORO - GIURISPRUDENZAtags: cassazione sez. lavoro, licenziamenti
Ai fini della decorrenza del termine perentorio per la conclusione del procedimento disciplinare- ex articolo 55 bis, comma quattro, D.Lgs. 165/2001- assume rilievo esclusivamente il momento in cui tale acquisizione, da parte dell’ufficio competente regolarmente investito del procedimento, riguardi una «notizia di infrazione» di contenuto tale da consentire allo stesso di dare avvio in modo corretto al procedimento disciplinare
Leggi tuttoCORTE DI CASSAZIONE – Ordinanza 16 luglio 2020, n. 15236 – L’atto di rinuncia al ricorso ex art. 390 cod. proc. civ. produce l’estinzione del processo ex art. 391 cod. proc. civ., perché la rinuncia al ricorso per cassazione produce effetti processuali anche in assenza di accettazione, in quanto tale atto, determinando il passaggio in giudicato della sentenza impugnata, comporta il venir meno dell’interesse a contrastare l’impugnazione
il 21 Luglio, 2020in LAVORO - GIURISPRUDENZAtags: cassazione sez. lavoro
L’atto di rinuncia al ricorso ex art. 390 cod. proc. civ. produce l’estinzione del processo ex art. 391 cod. proc. civ., perché la rinuncia al ricorso per cassazione produce effetti processuali anche in assenza di accettazione, in quanto tale atto, determinando il passaggio in giudicato della sentenza impugnata, comporta il venir meno dell’interesse a contrastare l’impugnazione
Leggi tuttoCORTE DI CASSAZIONE – Ordinanza 14 luglio 2020, n. 14950 – La sostituzione di un lavoratore assente per ferie o per turni di riposo non dà luogo alla promozione automatica, la quale presuppone l’effettiva vacanza del posto
il 21 Luglio, 2020in lavoro, LAVORO - GIURISPRUDENZAtags: cassazione sez. lavoro, lavoro
La sostituzione di un lavoratore assente per ferie o per turni di riposo non dà luogo alla promozione automatica, la quale presuppone l’effettiva vacanza del posto
Leggi tuttoCORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 15 luglio 2020, n. 15112 – Il datore di lavoro è responsabile dell’infortunio occorso al lavoratore, sia se ometta di adottare le idonee misure protettive, sia se non accerti e vigili che di queste misure venga fatto effettivamente uso da parte del dipendente ed il mero fatto di lesioni riportate dal dipendente in occasione dello svolgimento dell’attività lavorativa non determina di per sé l’addebito delle conseguenze dannose al datore di lavoro, occorrendo la prova, tra l’altro, della nocività dell’ambiente di lavoro
il 21 Luglio, 2020in LAVORO - GIURISPRUDENZAtags: cassazione sez. lavoro, sicurezza sul lavoro
Il datore di lavoro è responsabile dell’infortunio occorso al lavoratore, sia se ometta di adottare le idonee misure protettive, sia se non accerti e vigili che di queste misure venga fatto effettivamente uso da parte del dipendente ed il mero fatto di lesioni riportate dal dipendente in occasione dello svolgimento dell’attività lavorativa non determina di per sé l’addebito delle conseguenze dannose al datore di lavoro, occorrendo la prova, tra l’altro, della nocività dell’ambiente di lavoro
Leggi tuttoCORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 06 luglio 2020, n. 13912 – Risarcimento del danno danno biologico e morale per omessa vigilanza del datore di lavoro sulla mancato utilizzo degli occhiali di protezione
il 20 Luglio, 2020in LAVORO - GIURISPRUDENZAtags: cassazione sez. lavoro, sicurezza sul lavoro
CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 06 luglio 2020, n. 13912 Infortunio sul lavoro – Risarcimento del danno danno biologico e morale – Mancato utilizzo degli occhiali di protezione – Omessa vigilanza del datore di lavoro Fatti di causa 1. Il Tribunale di Forlì, in esito alla c.t.u. medico legale, in accoglimento della domanda di P.A., […]
Leggi tuttoCORTE DI CASSAZIONE – Ordinanza 15 luglio 2020, n. 15107 – La natura sussidiaria della norma di cui all’art. 2087 c.c. e la sua interpretazione estensiva non possono spingersi sino al punto di configurare una responsabilità oggettiva del datore di lavoro per ogni infortunio occorso al dipendente, poiché la responsabilità datoriale deve essere ricollegabile ad un comportamento colpevole riconducibile alla violazione di uno specifico obbligo di sicurezza
il 20 Luglio, 2020in LAVORO - GIURISPRUDENZAtags: cassazione sez. lavoro, sicurezza sul lavoro
La natura sussidiaria della norma di cui all’art. 2087 c.c. e la sua interpretazione estensiva non possono spingersi sino al punto di configurare una responsabilità oggettiva del datore di lavoro per ogni infortunio occorso al dipendente, poiché la responsabilità datoriale deve essere ricollegabile ad un comportamento colpevole riconducibile alla violazione di uno specifico obbligo di sicurezza
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