Ai sensi dell’articolo 2103 c..c. il dipendente ha il diritto a svolgere le mansioni per le quali è stato assunto ovvero quelle equivalenti alle ultime effettivamente svolte, senza diminuzione della retribuzione ed ha il diritto all’esecuzione della prestazione lavorativa, e che la violazione di tale diritto all’esecuzione della prestazione è fonte di responsabilità risarcitoria del datore di lavoro
Leggi tuttoCORTE DI CASSAZIONE – Ordinanza 24 giugno 2020, n. 12485 – Ai sensi dell’articolo 2103 c..c. il dipendente ha il diritto a svolgere le mansioni per le quali è stato assunto ovvero quelle equivalenti alle ultime effettivamente svolte, senza diminuzione della retribuzione ed ha il diritto all’esecuzione della prestazione lavorativa, e che la violazione di tale diritto all’esecuzione della prestazione è fonte di responsabilità risarcitoria del datore di lavoro
il 30 Giugno, 2020in lavoro, LAVORO - GIURISPRUDENZAtags: cassazione sez. lavoro, lavoro
CORTE DI CASSAZIONE – Ordinanza 25 giugno 2020, n. 12707 – Ai fini della qualificazione del rapporto di lavoro come subordinato oppure autonomo, il primario parametro distintivo della subordinazione, intesa come assoggettamento del lavoratore al potere organizzativo del datore di lavoro, deve essere accertato o escluso mediante il ricorso agli elementi che il giudice deve concretamente individuare dando prevalenza ai dati fattuali emergenti dalle modalità di svolgimento del rapporto
il 30 Giugno, 2020in lavoro, LAVORO - GIURISPRUDENZAtags: cassazione sez. lavoro, lavoro
Ai fini della qualificazione del rapporto di lavoro come subordinato oppure autonomo, il primario parametro distintivo della subordinazione, intesa come assoggettamento del lavoratore al potere organizzativo del datore di lavoro, deve essere accertato o escluso mediante il ricorso agli elementi che il giudice deve concretamente individuare dando prevalenza ai dati fattuali emergenti dalle modalità di svolgimento del rapporto
Leggi tuttoCORTE DI CASSAZIONE – Ordinanza 24 giugno 2020, n. 12502 – Illegittimità di rapporti di lavoro part-time con i dipendenti a seguito di contratti nulli per difetto di forma scritta e per indeterminatezza della collocazione temporale della prestazione
il 30 Giugno, 2020in lavoro, LAVORO - GIURISPRUDENZAtags: cassazione sez. lavoro, lavoro
CORTE DI CASSAZIONE – Ordinanza 24 giugno 2020, n. 12502 Opposizione a cartelle per omissioni contributive – Illegittimità di rapporti di lavoro part-time con i dipendenti – Contratti nulli per difetto di forma scritta e per indeterminatezza della collocazione temporale della prestazione – Disciplina ex L. n. 863/1984 – Asserita predeterminazione dell’orario giornaliero evinta dal […]
Leggi tuttoCORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 19 giugno 2020, n. 12031 – Per stabilire se sussiste la giusta causa di licenziamento, con specifico riferimento al requisito della proporzionalità della sanzione, occorre accertare in concreto se la specifica mancanza commessa dal dipendente, considerata e valutata non solo nel suo contenuto obiettivo, ma anche nella sua portata soggettiva, risulti obiettivamente e soggettivamente idonea a ledere in modo irreparabile la fiducia del datore di lavoro
il 29 Giugno, 2020in lavoro, LAVORO - GIURISPRUDENZAtags: cassazione sez. lavoro, licenziamenti
Per stabilire se sussiste la giusta causa di licenziamento, con specifico riferimento al requisito della proporzionalità della sanzione, occorre accertare in concreto se la specifica mancanza commessa dal dipendente, considerata e valutata non solo nel suo contenuto obiettivo, ma anche nella sua portata soggettiva, risulti obiettivamente e soggettivamente idonea a ledere in modo irreparabile la fiducia del datore di lavoro
Leggi tuttoCORTE DI CASSAZIONE – Ordinanza 23 giugno 2020, n. 12364 – Ai fini della configurabilità del mobbing lavorativo devono ricorrere una serie di comportamenti di carattere persecutorio – illeciti o anche leciti se considerati singolarmente con intento vessatorio e deve essere l’evento lesivo della salute, della personalità o della dignità del dipendente e la presenza dell’elemento soggettivo, cioè l’intento persecutorio unificante di tutti i comportamenti lesiv
il 29 Giugno, 2020in LAVORO - GIURISPRUDENZAtags: cassazione sez. lavoro, sicurezza sul lavoro
Ai fini della configurabilità del mobbing lavorativo devono ricorrere una serie di comportamenti di carattere persecutorio – illeciti o anche leciti se considerati singolarmente con intento vessatorio e deve essere l’evento lesivo della salute, della personalità o della dignità del dipendente e la presenza dell’elemento soggettivo, cioè l’intento persecutorio unificante di tutti i comportamenti lesivi
Leggi tuttoCORTE DI CASSAZIONE – Ordinanza 18 giugno 2020, n. 11899 – Obbligo di riassunzione di tutti i dipendenti dell’impresa cessante da parte di quella subentrante nell’appalto del servizio di pulizia
il 29 Giugno, 2020in LAVORO - GIURISPRUDENZAtags: cassazione sez. lavoro, licenziamenti
CORTE DI CASSAZIONE – Ordinanza 18 giugno 2020, n. 11899 Appalto del servizio di pulizia – Cessazione – Obbligo di riassunzione di tutti i dipendenti dell’impresa cessante da parte di quella subentrante nell’appalto – Licenziamento verbale Premesso che G.C. – già dipendente di O.C. S.n.c. fino al 15 aprile 2011, data di cessazione dell’appalto del […]
Leggi tuttoCORTE DI CASSAZIONE – Ordinanza 12 giugno 2020, n. 11370 – L’interpretazione di un giudicato esterno può essere effettuata anche direttamente dalla Corte di cassazione con cognizione piena, nei limiti, però, in cui il giudicato sia riprodotto nel ricorso per cassazione, in forza del principio di autosufficienza di questo mezzo di impugnazione
il 29 Giugno, 2020in LAVORO - GIURISPRUDENZAtags: cassazione sez. lavoro
L’interpretazione di un giudicato esterno può essere effettuata anche direttamente dalla Corte di cassazione con cognizione piena, nei limiti, però, in cui il giudicato sia riprodotto nel ricorso per cassazione, in forza del principio di autosufficienza di questo mezzo di impugnazione
Leggi tuttoCORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 22 giugno 2020, n. 12193 – Nell’ambito di un licenziamento per motivi disciplinari, il principio di immediatezza della contestazione, pur dovendo essere inteso in senso relativo, comporta che l’imprenditore porti a conoscenza del lavoratore i fatti contestati non appena essi gli appaiono ragionevolmente sussistenti, non potendo egli legittimamente dilazionare la contestazione fino al momento in cui ritiene di averne assoluta certezza, pena l’illegittimità del licenziamento
il 27 Giugno, 2020in lavoro, LAVORO - GIURISPRUDENZAtags: cassazione sez. lavoro, licenziamenti
In tema di licenziamento disciplinare, nel valutare l’immediatezza della contestazione occorre tener conto dei contrapposti interessi del datore di lavoro a non avviare procedimenti senza aver acquisito i dati essenziali della vicenda e del lavoratore a vedersi contestati i fatti in un ragionevole lasso di tempo dalla loro commissione. Ne consegue che l’aver presentato a carico di un lavoratore denunzia di un fatto penalmente rilevante connesso con la prestazione di lavoro non consente al datore di attendere gli esiti del processo penale sino alla sentenza irrevocabile prima di procedere alla contestazione dell’addebito, dovendosi valutare la tempestività di tale contestazione in relazione al momento in cui i fatti a carico del lavoratore appaiano ragionevolmente sussistenti
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