In materia di classificazione dei datori di lavoro ai fini previdenziali e ai fini dell’applicabilità dell’art. 3, comma ottavo, della legge n. 335 del 1995 – che fissa la regola che gli effetti della variazione della classificazione si producono dal periodo di paga in corso alla data di notifica del provvedimento, con la sola eccezione, con conseguente retroattività degli effetti della variazione, dell’ipotesi in cui l’inquadramento iniziale sia stato determinato da inesatte dichiarazioni del datore di lavoro – l’omessa comunicazione dei mutamenti intervenuti nell’attività svolta dall’azienda, la quale, per effetto delle scelte operate dall’imprenditore, assume caratteristiche tali da comportare una diversa classificazione ai fini previdenziali, è da equiparare all’ipotesi delle dichiarazioni inesatte, giacché, alla stregua della comune “ratio” di assicurare la corrispondenza della classificazione, a fini previdenziali, all’effettiva attività dei datori di lavoro, anche in caso di omessa comunicazione – rispetto al quale la sanzione amministrativa comminata dall’art. 2 del d.l. n. 362 del 1978 (convertito, con modificazioni, nella legge n. 467 del 1978) ribadisce, per un verso, l’obbligo della comunicazione e, per altro verso, non esaurisce gli effetti dell’omissione stessa – si realizza, sia pure in un momento successivo, una discrasia tra l’effettività della situazione e le dichiarazioni sulle quali la classificazione iniziale era fondata
Leggi tuttoCORTE DI CASSAZIONE – Ordinanza 10 maggio 2019, n. 12335 – In materia di classificazione dei datori di lavoro ai fini previdenziali e ai fini dell’applicabilità dell’art. 3, comma ottavo, della legge n. 335 del 1995 l’omessa comunicazione dei mutamenti intervenuti nell’attività svolta dall’azienda, la quale, per effetto delle scelte operate dall’imprenditore, assume caratteristiche tali da comportare una diversa classificazione ai fini previdenziali, è da equiparare all’ipotesi delle dichiarazioni inesatte, giacché, alla stregua della comune “ratio” di assicurare la corrispondenza della classificazione, a fini previdenziali, all’effettiva attività dei datori di lavoro, anche in caso di omessa comunicazione si realizza, sia pure in un momento successivo, una discrasia tra l’effettività della situazione e le dichiarazioni sulle quali la classificazione iniziale era fondata
il 29 Maggio, 2019in lavoro, LAVORO - GIURISPRUDENZAtags: cassazione sez. lavoro, CONTRIBUTI PREV
CORTE COSTITUZIONALE – Sentenza 28 maggio 2019, n. 128 – IRAP – Regione Marche – Aliquota applicabile al valore della produzione netta per i soggetti di cui agli artt. 6 e 7 del decreto legislativo n. 446 del 1997 (banche)
il 29 Maggio, 2019in CORTE COSTITUZIONALE, TRIBUTItags: CORTE COSTITUZIONALE, Irap
CORTE COSTITUZIONALE – Sentenza 28 maggio 2019, n. 128 Imposte e tasse – IRAP – Regione Marche – Aliquota applicabile al valore della produzione netta per i soggetti di cui agli artt. 6 e 7 del decreto legislativo n. 446 del 1997 (banche) – Innalzamento al 5,75 per cento a decorrere dall’anno di imposta 2002 […]
Leggi tuttoCORTE DI CASSAZIONE – Ordinanza 28 maggio 2019, n. 14535 – Nel caso di apparecchi e congegni di cui all’art. 110, comma 6, TULPS privi del nulla osta, per le somme dovute a titolo di prelievo erariale unico il possessore dei locali in cui sono installati risponde in solido con il soggetto che ha provveduto alla loro installazione, per le giocate effettuate a decorrere dal 1 gennaio 2007, data di entrata in vigore dell’art. 39-quater, comma 2, del d.l. n. 269 del 2003, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 326 del 2003, nel testo introdotto dall’art. 1, comma 84, della legge n. 296 del 2006
il 29 Maggio, 2019in TRIBUTI, TRIBUTI - GIURISPRUDENZAtags: cassazione tributi, TRIBUTI INDIRETTI
Nel caso di apparecchi e congegni di cui all’art. 110, comma 6, TULPS privi del nulla osta, per le somme dovute a titolo di prelievo erariale unico il possessore dei locali in cui sono installati risponde in solido con il soggetto che ha provveduto alla loro installazione, per le giocate effettuate a decorrere dal 1 gennaio 2007, data di entrata in vigore dell’art. 39-quater, comma 2, del d.l. n. 269 del 2003, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 326 del 2003, nel testo introdotto dall’art. 1, comma 84, della legge n. 296 del 2006
Leggi tuttoDefinizione agevolata controversie tributarie e possibilità di recupero dell’imposta sostitutiva versata – Risposta 27 maggio 2019, n. 158 dell’Agenzia delle Entrate
il 29 Maggio, 2019in TRIBUTItags: PROCEDURE DEFLATTIVE, RISOLUZIONI TRIBUTARIE
AGENZIA DELLE ENTRATE – Risposta 27 maggio 2019, n. 158 Interpello articolo 11, comma 1, lett. a), legge 27 luglio 2000, n. 212 – articolo 6 del D.L. n. 119 del 2018 – definizione agevolata controversie tributarie Con l’interpello specificato in oggetto è stato esposto il seguente: Quesito La società [ALFA] (di seguito istante) ha […]
Leggi tuttoTrattamento fiscale della sopravvenienza attiva da riduzione dei debiti nell’ambito di un piano attestato – Risposta 27 maggio 2019, n. 160 dell’Agenzia delle Entrate
il 29 Maggio, 2019in TRIBUTItags: RISOLUZIONI TRIBUTARIE
AGENZIA DELLE ENTRATE – Risposta 27 maggio 2019, n. 160 Articolo 88, comma 4-ter del TUIR di cui al d.P.R. 22 dicembre 1986, n. 917 – Trattamento fiscale della sopravvenienza attiva da riduzione dei debiti nell’ambito di un piano attestato Quesito La società Alfa S.r.l., d’ora in poi l’”istante” o “società”, è la consolidante nell’ambito […]
Leggi tuttoCORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 24 maggio 2019, n. 14321 – Nel caso in cui i professionisti si associno «per dividere le spese e gestire congiuntamente i proventi dell’attività», senza trasferire all’associazione la titolarità dei rapporti di prestazione d’opera, la relativa legittimazione attiva fa capo esclusivamente ai singoli associati interessati
il 29 Maggio, 2019in PROCEDURE CONCORSUALI e SOCIETA' - GIURISPRUDENZAtags: cassazione procedure concorsuali, PROCEDURE CONCORSUALI
CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 24 maggio 2019, n. 14321 Fallimento ed altre procedure concorsuali – Crediti per prestazioni professionali – Attività professionale svolta in studio associato – Mandato professionale riferibile allo studio – Ammissione al passivo in via chirografaria – Legittimità Fatti di causa 1. – M. B., «rappresentante dello Studio C. & A.», […]
Leggi tuttoCORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 24 maggio 2019, n. 14178 – In tema di IVA, ove il contribuente, dopo aver utilizzato parzialmente un relativo credito mediante compensazione con altro tributo, negli anni successivi continui a dichiararlo in misura superiore alla residua parte spettante, non è configurabile una violazione equiparabile all’indebito o fraudolento uso di tale credito se all’irregolarità formale della dichiarazione non segua il mancato versamento di imposte, cui solo è riconducibile un concreto danno erariale, non potendo ipotizzarsi un tentativo di illecito fiscale qualora il contribuente tenga una condotta in buona fede e non ponga in essere atti diretti all’utilizzo del maggior credito erroneamente riportato nelle dichiarazioni successive
il 29 Maggio, 2019in TRIBUTI, TRIBUTI - GIURISPRUDENZAtags: cassazione tributi, IVA
in tema di IVA, ove il contribuente, dopo aver utilizzato parzialmente un relativo credito mediante compensazione con altro tributo, negli anni successivi continui a dichiararlo in misura superiore alla residua parte spettante, non è configurabile una violazione equiparabile all’indebito o fraudolento uso di tale credito se all’irregolarità formale della dichiarazione non segua il mancato versamento di imposte, cui solo è riconducibile un concreto danno erariale, non potendo ipotizzarsi un tentativo di illecito fiscale qualora il contribuente tenga una condotta in buona fede e non ponga in essere atti diretti all’utilizzo del maggior credito erroneamente riportato nelle dichiarazioni successive
Leggi tuttoCORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 23 maggio 2019, n. 14035 – Il ricorso per cassazione contro la sentenza pronunciata in esito al giudizio di ottemperanza è ammesso per “violazione delle norme del procedimento” – deve essere interpretato nel senso che è possibile denunciare alla Suprema Corte non soltanto la violazione delle norme disciplinanti il predetto giudizio, ma anche ogni altro error in procedendo nel quale sia incorso il giudice dell’ottemperanza ed, in particolare, il mancato o difettoso esercizio del potere-dovere di interpretare ed eventualmente integrare il dictum costituito dal giudicato cui l’amministrazione non si sia adeguata o l’omesso esame di una pretesa che avrebbe dovuto trovare ingresso in quella sede
il 29 Maggio, 2019in TRIBUTI - GIURISPRUDENZAtags: cassazione tributi, processo tributario
CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 23 maggio 2019, n. 14035 Tributi – Giudizio di ottemperanza – Ricorso in cassazione – Ammissibilità – Contenuto del ricorso – Principio di autosufficienza – Violazione – Inammissibilità del ricorso ai sensi dell’art. 366 c.p.c. Fatti di causa B. B. adiva la C.T.R. della Sicilia richiedendo, ai sensi dell’art. 70 […]
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