il contratto che si viene ad instaurare con l’utilizzatore della prestazione non può, che essere a tempo indeterminato (Cass. nr. 15610 del 2011 e, tra le successive, Cass. nr. 6933 del 2012; di recente, in motivazione, Cass. Nn. 6933-10901 – 13417- 17669 del 2018); ciò sulla scorta e del dato letterale di cui al D.Lgs. nr. 276 del 2003, art. 27, comma 1, – il quale stabilisce espressamente che, in ipotesi di somministrazione avvenuta al di fuori dei limiti e delle condizioni di cui agli art. 20 e art. 21, comma 1, lett. a), b), e), d) ed e), il lavoratore può chiedere, mediante ricorso giudiziale a norma dell’art. 414 cod.proc.civ., notificato anche soltanto al soggetto che ne ha utilizzato la prestazione, la costituzione di un rapporto di lavoro alle dipendenze di quest’ultimo, con effetto dall’inizio della somministrazione – e del rilievo che, diversamente opinando, verrebbe ad essere facilmente aggirata la disciplina limitativa del contratto a termine;
Leggi tuttoCORTE DI CASSAZIONE – Ordinanza 27 dicembre 2018, n. 33371 – Il contratto di lavoro somministrato che si viene ad instaurare con l’utilizzatore della prestazione non può, che essere a tempo indeterminato
il 3 Gennaio, 2019in lavoro, LAVORO - GIURISPRUDENZAtags: cassazione sez. lavoro, lavoro
CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 19 dicembre 2018, n. 32880 – Nell’ordinamento giuridico non esiste un principio che imponga al datore di lavoro, nell’ambito dei rapporti privatistici, di garantire parità di retribuzione e/o di inquadramento a tutti i lavoratori svolgenti le medesime mansioni
il 29 Dicembre, 2018in lavoro, LAVORO - GIURISPRUDENZAtags: cassazione sez. lavoro, lavoro
pacifica l’inesistenza nell’ ordinamento di un principio che imponga al datore di lavoro, nell’ambito dei rapporti privatistici, di garantire parità di retribuzione e/o di inquadramento a tutti i lavoratori svolgenti le medesime mansioni, atteso che l’art. 36 Cost. si limita a stabilire il principio di sufficienza ed adeguatezza della retribuzione prescindendo da ogni comparazione intersoggettiva e che l’art. 3 Cost. impone l’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge e non anche nei rapporti interprivati, sicché la mera circostanza (priva di ulteriori specificazioni) che determinate mansioni siano state in precedenza affidate a dipendenti cui il datore di lavoro riconosceva una qualifica superiore è del tutto irrilevante per il dipendente al quale, con diversa e inferiore qualifica, siano state affidate le stesse mansioni
Leggi tuttoCORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 19 dicembre 2018, n. 32874 – Danno da dequalificazione – l’interesse ad agire e, quindi, ad impugnare deve sussistere non solo nel momento in cui è proposta l’azione, ma anche nel momento della decisione
il 27 Dicembre, 2018in lavoro, LAVORO - GIURISPRUDENZAtags: cassazione sez. lavoro, lavoro
CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 19 dicembre 2018, n. 32874 Danno da dequalificazione – Risarcimento – Cessione del contratto di lavoro Fatti di causa 1. La Corte di appello di Roma, pronunziando sugli appelli proposti da L.S. e T.I. s.p.a., in parziale riforma della sentenza di primo grado, confermata quanto alla condanna della società al […]
Leggi tuttoCORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 19 dicembre 2018, n. 32872 – Il superminimo è assorbibile qualora non sussistano elementi certi ai quali riconnettere una comune volontà delle parti diretta ad escludere assorbimento di detto superminimo
il 25 Dicembre, 2018in lavoro, LAVORO - GIURISPRUDENZAtags: cassazione sez. lavoro, lavoro
l’indennità di contingenza è un meccanismo di garanzia del valore reale della retribuzione nominale, pertanto non ha una funzione retributiva autonoma assolvendo piuttosto ad una funzione indennitaria o risarcitoria potere d’acquisto reale di ciascun livello dei minimi tabellari categoriali. Pertanto l’assorbimento di tale voce di natura indennitaria determinerebbe una perdita di potere reale di acquisto del nuovo minimo tabellare e quindi una sostanziale reformatio in peius della retribuzione reale del lavoratore, promosso alla qualifica superiore.
Leggi tuttoCORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 18 dicembre 2018, n. 32704 – Legittimo il contratto a termine stipulato tra le parti, avente come causale la sostituzione di un lavoratore, assente per aspettativa sindacale, la cui durata era stata ancorata a quella della suddetta causa giustificatrice
il 22 Dicembre, 2018in lavoro, LAVORO - GIURISPRUDENZAtags: cassazione sez. lavoro, lavoro
CORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 18 dicembre 2018, n. 32704 Contratto a termine – Sostituzione di un lavoratore – Aspettativa sindacale – Durata Fatti di causa La Corte di Appello di Napoli, con sentenza nr. 326 del 2017, respingeva il reclamo proposto da R.F. D.M. avverso la sentenza del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere […]
Leggi tuttoCORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 18 dicembre 2018, n. 32700 – Difetta di specificità del ricorso – Per la configurabilità del mobbing lavorativo, l’elemento qualificante che deve essere provato da chi assume di avere subito la condotta vessatoria, va ricercato nell’intento persecutorio che unifica i singoli atti
il 22 Dicembre, 2018in lavoro, LAVORO - GIURISPRUDENZAtags: cassazione sez. lavoro, lavoro, SANZIONI DISCIPLINARI
ai fini della configurabilità del mobbing lavorativo, l’elemento qualificante che deve essere provato da chi assume di avere subito la condotta vessatoria, va ricercato non nella illegittimità dei singoli atti bensì nell’intento persecutorio che li unifica, di modo che la legittimità dei provvedimenti può rilevare indirettamente perché, in difetto di elementi probatori di segno contrario, sintomatica dell’assenza dell’elemento soggettivo che deve sorreggere la condotta, unitariamente considerata
Leggi tuttoCORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 11 dicembre 2018, n. 31983 – In materia di trasferimento di ramo d’azienda, a norma dell’art. 2112 c.c., costituisce elemento costitutivo l’autonomia funzionale, ovvero la sua capacità, già al momento dello scorporo dal complesso cedente, di provvedere ad uno scopo produttivo con i propri mezzi funzionali ed organizzativi: e quindi di svolgere, senza integrazioni di rilievo da parte del cessionario, il servizio o la funzione finalizzati nell’ambito dell’impresa cedente
il 19 Dicembre, 2018in lavoro, LAVORO - GIURISPRUDENZAtags: cassazione sez. lavoro, lavoro
in materia di trasferimento di ramo d’azienda, a norma dell’art. 2112 c.c., anche nel testo modificato dall’art. 32 del d.lgs. n. 276 del 2003 applicabile ratione temporis, secondo cui ne costituisce elemento costitutivo l’autonomia funzionale, ovvero la sua capacità, già al momento dello scorporo dal complesso cedente, di provvedere ad uno scopo produttivo con i propri mezzi funzionali ed organizzativi: e quindi di svolgere, senza integrazioni di rilievo da parte del cessionario, il servizio o la funzione finalizzati nell’ambito dell’impresa cedente. E ciò, anche secondo la sentenza della Corte di Giustizia del 6 marzo 2014, in C-458/12 (richiamata in particolare da: Cass. 28 settembre 2015, n. 19141 per avere, a fini di applicazione della direttiva 2001/23/CE del 12 marzo 2001, ribadito la necessità di una sufficiente autonomia funzionale, anteriormente al trasferimento, della quota d’impresa ceduta; ferma restando la possibilità, in forza dell’art. 1, par. 1, lett. a, b della citata direttiva, per la normativa nazionale di estensione dell’obbligo di mantenimento dei diritti dei lavoratori trasferiti pure nell’ipotesi di non preesistenza del ramo d’azienda), presuppone una preesistente entità produttiva funzionalmente autonoma
Leggi tuttoCORTE DI CASSAZIONE – Sentenza 05 dicembre 2018, n. 31487 – L’elemento distintivo tra il rapporto di agenzia e il rapporto di lavoro subordinato va individuato nella circostanza che il primo ha per oggetto lo svolgimento a favore del preponente di un’attività economica esercitata in forma imprenditoriale, mentre oggetto del secondo è la prestazione, in regime di subordinazione, di energie lavorative, il cui risultato rientra esclusivamente nella sfera giuridica dell’imprenditore, che sopporta il rischio dell’attività svolta
il 19 Dicembre, 2018in lavoro, LAVORO - GIURISPRUDENZAtags: cassazione sez. lavoro, lavoro, licenziamenti
l’elemento distintivo tra il rapporto di agenzia e il rapporto di lavoro subordinato va individuato nella circostanza che il primo ha per oggetto lo svolgimento a favore del preponente di un’attività economica esercitata in forma imprenditoriale, con organizzazione di mezzi e assunzione del rischio da parte dell’agente, che si manifesta nell’autonomia nella scelta dei tempi e dei modi della stessa, pur nel rispetto – secondo il disposto dall’art. 1746 cod. civ. – delle istruzioni ricevute dal preponente, mentre oggetto del secondo è la prestazione, in regime di subordinazione, di energie lavorative, il cui risultato rientra esclusivamente nella sfera giuridica dell’imprenditore, che sopporta il rischio dell’attività svolta
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