Processo tributario: competenza del giudice tributario ogni qualvolta vi sia un collegamento tra un atto della Pubblica Amministrazione e il rapporto tributario, e cioè laddove un provvedimento incida su una pretesa tributaria
La sentenza n. 186 depositata il 6 marzo 2024 del Tribunale Amministrativo Regionale per la Sardegna, Sezione Seconda, consente di fare il punto sulla competenza giurisdizionale del giudice tributari. Il giudice amministrativo, con la sentenza in commento, investito del compito di pronunciarsi sul silenzio ad un interpello in tema di determinazione dell'importo dovuto della TARI da parte dell'ente impositore, ha ritenuto la competenza giurisdizionale del giudice tributario e non del giudice amministrativo sul presupposto che la mancata risposta da parte del Comune, risulta sicuramente idoneo ad incidere sul rapporto tributario tra la contribuente e l’Ente, in quanto volto ad ottenere dall’Amministrazione l’esatta quantificazione della TARI dovuta dalla Società. La competenza del giudice amministrativo nei casi di silenzio inadempimento della pubblica amministrazione riguarda solo i casi in cui il silenzio riguardi l’esercizio di una potestà amministrativa [...]
Prescrizione quinquennale delle sanzioni ed interessi anche se accessorie alle obbligazioni tributarie
La Corte di Cassazione, sezione tributaria, con l'ordinanza n. 11113 depositata il 24 aprile 2024, intervenendo in tema di prescrizione, ha ribadito il principio di diritto secondo cui è "... quinquennale il termine di prescrizione per le obbligazioni relative a sanzioni e interessi, anche se rispettivamente contestate unitamente al credito tributario e accessorie a crediti tributari a prescrizione decennale. In relazione alle sanzioni, infatti, tale conclusione è imposta dall’art. 20 d.lgs. n. 472 del 1997 (Cass. 24/01/2023 n. 2095; Cass. 8/03/2022, n. 7486; Cass. 22/07/2011, n. 16099). In relazione agli interessi, essi, anche ove accessori alle obbligazioni tributarie, si pongono in rapporto di accessorietà rispetto a queste ultime unicamente nel momento genetico, atteso che, una volta sorta, l'obbligazione di interessi acquista una propria autonomia in virtù della sua progressiva maturazione, uniformandosi, pertanto, quanto alla prescrizione, al termine [...]
L’utilizzo dell’istituto della compensazione rientra tra le forma di estinzione del debito tributario e determina la cessazione delle esigenze cautelari giustificative del sequestro finalizzato alla confisca
La Corte di Cassazione, sezione penale, con la sentenza n. 17116 depositata il 24 aprile 2024, intervenendo in tema di sequestro preventivo a seguito di reati tributaria, ha ribadito il principio secondo cui "... l'estinzione del debito tributario non potesse che incidere sul sequestro preventivo in atto, dovendo lo stesso essere ridotto ovvero revocato in misura corrispondente a quanto versato o comunque restituito dall'indagato; ciò in quanto, altrimenti, sarebbe venuta a determinarsi una inammissibile duplicazione sanzionatoria, in contrasto con il principio secondo il quale l'ablazione definitiva di un bene non può mai essere superiore al vantaggio economico conseguito dall'azione delittuosa. In tale prospettiva, la sentenza di annullamento ha esplicitamente escluso che nel nostro ordinamento sussistano forme legislative "tipiche" di estinzione del debito tributario, funzionali alla sopravvenuta cessazione delle esigenze cautelari giustificative del sequestro finalizzato alla [...]
IMU: no all’esenzione di abitazione principale di un immobile classificato A/10 anche se utilizzato come abitazione
La Corte di Cassazione. sezione tributaria, con l'ordinanza n. 9496 depositata il 9 aprile 2024, intervenendo in tema di esenzione IMU, ha ribadito il principio di diritto secondo cui "... ai fini del trattamento esonerativo, rileva l'oggettiva classificazione catastale dell'immobile, per cui l'immobile iscritto come «ufficio-studio», con attribuzione della relativa categoria (A/10), è soggetto all'imposta, non ricorrendo l'ipotesi dell'art. 1, comma 1, del d.l. n. 93 del 2008 (Cass. n. 4467 del 2017, n. 8017 del 2017). Qualora l'immobile sia iscritto in una diversa categoria catastale, è onere del contribuente, che pretenda l'esenzione, impugnare l'atto di classamento (Cass., Sez. 5, n. 7930 del 20/04/2016; Sez. 5, n. 1704 del 29/01/2016). ..." La vicenda ha riguardato un contribuente, a cui il Comune notificava un avviso di accertamento relativo al versamento dell’IMU di un immobile accatastato in A/10 [...]
Il consulente tecnico d’ufficio non commette reato se consegna la relazione al giudice in ritardo
La Corte di Cassazione, sezione penale, con la sentenza n. 15642 depositata il 16 aprile 2024, intervenendo in tema di reato di cui all'art. 328, comma 1, cod. pen. inerente l'indebito rifiuto di atti qualificati, ha affermato che "... Ai fini dell'integrazione dell'ipotesi del rifiuto non è sufficiente che questo abbia per oggetto un qualsiasi atto d'ufficio, ma è necessario che ricorrano anche due imprescindibili condizioni: a) che l'atto sia da compiersi per ragioni di giustizia o di sicurezza pubblica o di ordine pubblico o di igiene e sanità; b) che l'atto debba essere compiuto senza ritardo, cioè che si tratti di atto "qualificato" e "indifferibile". Un profilo imprescindibile per la configurabilità del reato in esame è, pertanto, quello della indifferibilità dell'atto qualificato. ..." La vicenda ha visto protagonista un architetto iscritto all'Albo e nominato consulente tecnico [...]
ISA 2024 le cause di esclusione per l’anno 2024
La legge istitutiva degli Indici Sintetici di Affidabilità fiscale (ISA) ha una serie di situazioni in cui non trovano applicazione gli ISA. Infatti il comma 6 dell'articolo 9 bis del decreto legge n. 50 del 2017, convertito dalla Legge numero 96 del 21 giugno 2017, stabilisce che gli indici non si applicano ai periodi d'imposta nei quali il contribuente: l’inizio dell’attività; la cessazione dell’attività; il non normale svolgimento dell’attività; il superamento del limite dei ricavi previsto per l’applicazione dei modelli statistici. Il successivo comma 7 prevede che con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze possono essere previste ulteriori ipotesi di esclusione dell'applicabilità degli indici per determinate tipologie di contribuenti. Anche per il periodo di imposta 2023 sono state, con la pubblicazione dei modelli ISA 2024 e dei modelli Redditi 2024, identificate le cause di esclusione ISA. Le istruzioni di compilazione dei [...]
Il diritto riconosciuto dall’uso aziendale non sopravvive al mutamento della contrattazione collettiva conseguente al trasferimento di azienda, salvo ove la cessionaria non sia dotata di una propria contrattazione integrativa aziendale
La Corte di Cassazione, sezione lavoro, con l'ordinanza n. 10120 depositata il 15 aprile 2024, intervenendo in tema di usi aziendali nelle ipotesi di cessione aziendali, ha statuito che con "... riferimento all’uso aziendale, “fonte di un obbligo unilaterale di carattere collettivo del datore di lavoro (che) agisce sul piano dei rapporti individuali con la stessa efficacia di un contratto collettivo aziendale, sostituendo alle clausole contrattuali e a quelle collettive in vigore quelle più favorevoli dell'uso aziendale, a norma dell'art. 2077, secondo comma, cod. civ.”, questa Corte ha sottolineato che “il diritto riconosciuto dall'uso aziendale non sopravvive al mutamento della contrattazione collettiva conseguente al trasferimento di azienda, posto che operando come una contrattazione integrativa aziendale subisce la stessa sorte dei contratti collettivi applicati dal precedente datore di lavoro e non è più applicabile presso la [...]
L’indennità sostitutiva di ferie non godute ha natura retributiva ed è assoggettabile a contribuzione previdenziale a norma dell’art. 12 della legge n. 153 del 1969
La Corte di Cassazione, sezione lavoro, con l'ordinanza n. 9009 depositata il 4 aprile 2024, intervenendo in tema di indennità di buonuscita e indennità sostitutiva di ferie non godute, ha affermato che "... l’indennità sostitutiva di ferie non godute è assoggettabile a contribuzione previdenziale a norma dell’art. 12 della legge n. 153 del 1969, sia perché, essendo in rapporto di corrispettività con le prestazioni lavorative effettuate nel periodo di tempo che avrebbe dovuto essere dedicato al riposo, ha carattere retributivo e gode della garanzia prestata dall’art. 2126 c.c. a favore delle prestazioni effettuate con violazione di norme poste a tutela del lavoratore sia perché un eventuale suo concorrente profilo risarcitorio - non ne impedisce la riconducibilità all’ampia nozione di retribuzione imponibile delineata dal citato art. 12, costituendo essa, comunque, un’attribuzione patrimoniale riconosciuta a favore del lavoratore [...]