Un giudizio negativo circa la completezza ed adeguatezza del PEF è ipotesi in tutto equiparata a quella della mancata presentazione del documento che non può che tradursi nell’estromissione dalla procedura di affidamento dell’operatore economico
Leggi tuttoConsiglio di Stato, Sezione Quarta, sentenza n. 1867 depositata il 23 febbraio 2023 – Un giudizio negativo circa la completezza ed adeguatezza del PEF è ipotesi in tutto equiparata a quella della mancata presentazione del documento che non può che tradursi nell’estromissione dalla procedura di affidamento dell’operatore economico
il 18 Aprile, 2023in APPALTI, GIUSTIZIA AMMINISTRATIVAtags: GARE di APPALTO, GIUSTIZIA AMMINISTRATIVA
CORTE di CASSAZIONE – Sentenza n. 9650 depositata l’ 11 aprile 2023 – La legge n. 223 del 1991, art. 24 comma 2 prevede espressamente l’applicazione delle norme in materia di licenziamento collettivo anche nel caso di cessazione totale dell’attività d’impresa, in ogni caso rilevando, pure nella suddetta ipotesi e di unicità del criterio di scelta per tutti i lavoratori, il mancato rispetto del termine di sette giorni, previsto dall’art. 4, comma 9 legge cit., per la comunicazione dell’elenco dei lavoratori licenziati e dei criteri di scelta
il 18 Aprile, 2023in lavoro, LAVORO - GIURISPRUDENZAtags: cassazione sez. lavoro, DIRITTO PROCESSUALE, licenziamenti
La l. n. 223 del 1991, art. 24 comma 2 prevede espressamente l’applicazione delle norme in materia di licenziamento collettivo anche nel caso di cessazione totale dell’attività d’impresa, in ogni caso rilevando, pure nella suddetta ipotesi e di unicità del criterio di scelta per tutti i lavoratori, il mancato rispetto del termine di sette giorni, previsto dall’art. 4, comma 9 legge cit., per la comunicazione dell’elenco dei lavoratori licenziati e dei criteri di scelta
Leggi tuttoCORTE di CASSAZIONE – Ordinanza n. 9621 depositata l’ 11 aprile 2023 – Nel riparto di competenza tra il giudice del lavoro e quello fallimentare il discrimine va individuato nelle rispettive speciali prerogative, spettando alla cognizione: a) del primo, quale giudice del rapporto, le controversie riguardanti lo status del lavoratore, in riferimento ai diritti di corretta instaurazione, vigenza e cessazione del rapporto, della sua qualificazione e qualità, volte ad ottenere pronunce di mero accertamento oppure costitutive, come quelle di annullamento del licenziamento e di reintegrazione nel posto di lavoro; b) del giudice del fallimento, al fine di garantire la parità tra i creditori, le controversie relative all’accertamento ed alla qualificazione dei diritti di credito dipendenti dal rapporto di lavoro in funzione della partecipazione al concorso e con effetti esclusivamente endoconcorsuali, ovvero destinate comunque ad incidere nella procedura concorsuale
il 18 Aprile, 2023in LAVORO - GIURISPRUDENZAtags: cassazione sez. lavoro, DIRITTO PROCESSUALE, licenziamenti
Nel riparto di competenza tra il giudice del lavoro e quello fallimentare il discrimine va individuato nelle rispettive speciali prerogative, spettando alla cognizione: a) del primo, quale giudice del rapporto, le controversie riguardanti lo status del lavoratore, in riferimento ai diritti di corretta instaurazione, vigenza e cessazione del rapporto, della sua qualificazione e qualità, volte ad ottenere pronunce di mero accertamento oppure costitutive, come quelle di annullamento del licenziamento e di reintegrazione nel posto di lavoro; b) del giudice del fallimento, al fine di garantire la parità tra i creditori, le controversie relative all’accertamento ed alla qualificazione dei diritti di credito dipendenti dal rapporto di lavoro in funzione della partecipazione al concorso e con effetti esclusivamente endoconcorsuali, ovvero destinate comunque ad incidere nella procedura concorsuale
Leggi tuttoCORTE di CASSAZIONE – Ordinanza n. 9356 depositata il 5 aprile 2023 – L’intangibilità dell’accertamento del requisito sanitario, omologato dal giudice secondo le risultanze probatorie indicate nella relazione del consulente tecnico d’ufficio, presuppone che il giudice, concluse le operazioni di consulenza, abbia assegnato con decreto comunicato alle parti un termine per la contestazione delle conclusioni del consulente tecnico d’ufficio, non superiore a trenta giorni, e che le parti, con atto scritto depositato in cancelleria, non abbiano formulato contestazioni di sorta nel termine assegnato, anche con riguardo agli aspetti preliminari oggetto di verifica giudiziale
il 18 Aprile, 2023in CIVILE - CASSAZIONEtags: cassazione sez. civile, DIRITTO PROCESSUALE
L’intangibilità dell’accertamento del requisito sanitario, omologato dal giudice secondo le risultanze probatorie indicate nella relazione del consulente tecnico d’ufficio, presuppone che il giudice, concluse le operazioni di consulenza, abbia assegnato con decreto comunicato alle parti un termine per la contestazione delle conclusioni del consulente tecnico d’ufficio, non superiore a trenta giorni, e che le parti, con atto scritto depositato in cancelleria, non abbiano formulato contestazioni di sorta nel termine assegnato, anche con riguardo agli aspetti preliminari oggetto di verifica giudiziale
Leggi tuttoCORTE di CASSAZIONE – Sentenza n. 9743 depositata il 12 aprile 2023 – In materia di IVA, il diritto al rimborso dei costi relativi alla garanzia fideiussoria, richiesta dal contribuente al fine di ottenere il rimborso dei tributi, ha portata generale indipendentemente dalla fisionomia della controversia tributaria, e non va pertanto riconosciuto esclusivamente per le spese relative a garanzie acquisite nell’ambito di una specifica attività di accertamento del tributo stesso
il 18 Aprile, 2023in TRIBUTI, TRIBUTI - GIURISPRUDENZAtags: cassazione tributi, IVA, RIMBORSI e PRESCRIZIONI TRIBUTARI
In materia di IVA, il diritto al rimborso dei costi relativi alla garanzia fideiussoria, richiesta dal contribuente al fine di ottenere il rimborso dei tributi, ha portata generale indipendentemente dalla fisionomia della controversia tributaria, e non va pertanto riconosciuto esclusivamente per le spese relative a garanzie acquisite nell’ambito di una specifica attività di accertamento del tributo stesso
Leggi tuttoCORTE di CASSAZIONE – Sentenza n. 9655 depositata l’ 11 aprile 2023 – In materia tributaria, l’effetto vincolante del giudicato esterno, in relazione alle imposte periodiche, è limitato ai soli casi in cui vengano in esame fatti che, per legge, hanno efficacia permanente o pluriennale, producendo effetti per un arco di tempo che comprende più periodi di imposta, o nei quali l’accertamento concerne la qualificazione di un rapporto ad esecuzione prolungata; né il diritto dell’Unione Europea impone al giudice nazionale di disapplicare le norme processuali interne da cui deriva l’autorità di cosa giudicata di una decisione, con riguardo al medesimo tributo, in relazione ad un diverso periodo di imposta
il 18 Aprile, 2023in TRIBUTI - GIURISPRUDENZAtags: cassazione tributi, processo tributario
In materia tributaria, l’effetto vincolante del giudicato esterno, in relazione alle imposte periodiche, è limitato ai soli casi in cui vengano in esame fatti che, per legge, hanno efficacia permanente o pluriennale, producendo effetti per un arco di tempo che comprende più periodi di imposta, o nei quali l’accertamento concerne la qualificazione di un rapporto ad esecuzione prolungata; né il diritto dell’Unione Europea impone al giudice nazionale di disapplicare le norme processuali interne da cui deriva l’autorità di cosa giudicata di una decisione, con riguardo al medesimo tributo, in relazione ad un diverso periodo di imposta
Leggi tuttoCORTE di CASSAZIONE – Sentenza n. 8737 depositata il 28 marzo 2023 – Nei licenziamenti in tronco i fatti addebitati devono rivestire il carattere di grave violazione degli obblighi del rapporto di lavoro, tale da lederne irrimediabilmente l’elemento fiduciario e spetta al giudice di merito valutare la congruità della sanzione espulsiva non sulla base di una valutazione astratta del fatto addebitato, ma tenendo conto di ogni aspetto concreto della vicenda processuale che, alla luce di un apprezzamento unitario e sistematico, risulti sintomatico della sua gravità rispetto ad un’utile prosecuzione del rapporto di lavoro, assegnandosi, innanzi tutto, rilievo alla configurazione che delle mancanze addebitate faccia la contrattazione collettiva, ma pure all’intensità dell’elemento intenzionale, al grado di affidamento richiesto dalle mansioni svolte dal dipendente e dalla qualifica rivestita, alle precedenti modalità di attuazione del rapporto, alla sua particolare natura e tipologia
il 17 Aprile, 2023in lavoro, LAVORO - GIURISPRUDENZAtags: cassazione sez. lavoro, licenziamenti
Nei licenziamenti in tronco i fatti addebitati devono rivestire il carattere di grave violazione degli obblighi del rapporto di lavoro, tale da lederne irrimediabilmente l’elemento fiduciario e spetta al giudice di merito valutare la congruità della sanzione espulsiva non sulla base di una valutazione astratta del fatto addebitato, ma tenendo conto di ogni aspetto concreto della vicenda processuale che, alla luce di un apprezzamento unitario e sistematico, risulti sintomatico della sua gravità rispetto ad un’utile prosecuzione del rapporto di lavoro, assegnandosi, innanzi tutto, rilievo alla configurazione che delle mancanze addebitate faccia la contrattazione collettiva, ma pure all’intensità dell’elemento intenzionale, al grado di affidamento richiesto dalle mansioni svolte dal dipendente e dalla qualifica rivestita, alle precedenti modalità di attuazione del rapporto, alla sua particolare natura e tipologia
Leggi tuttoCORTE di CASSAZIONE, sezione penale, Sentenza n. 12729 depositata il 27 marzo 2023 – Commette esercizio abusivo della professione forense chi rediga un atto giudiziario, compili e sottoscriva una citazione, una comparsa o un’istanza anche senza arrogarsi il titolo di avvocato o procuratore, mentre ove ciò avvenga si integra il solo reato di usurpazione di titoli se la spendita del titolo non sia di fatto accompagnata dall’effettivo compimento di atti tipici o comunque caratteristici della professione di avvocato
il 17 Aprile, 2023in PENALE - GIURISPRUDENZAtags: cassazione penale, ORDINI PROFESSIONALI
Commette esercizio abusivo della professione forense chi rediga un atto giudiziario, compili e sottoscriva una citazione, una comparsa o un’istanza anche senza arrogarsi il titolo di avvocato o procuratore, mentre ove ciò avvenga si integra il solo reato di usurpazione di titoli se la spendita del titolo non sia di fatto accompagnata dall’effettivo compimento di atti tipici o comunque caratteristici della professione di avvocato
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